Quando inizia e quando finisce il diritto alle indennità giornaliere?

La riscossione di indennità giornaliere presuppone un certificato medico che confermi l’incapacità al lavoro. Di norma le assicurazioni esigono che il certificato medico sia confermato e presentato regolarmente per poter continuare a ricevere le indennità.

L’inizio del diritto alle indennità giornaliere dipende dal contratto di assicurazione. Il diritto può iniziare il primo giorno o anche dopo 3, 10, 15, 30 o più giorni. Più questo termine è breve, maggiori sono i premi assicurativi.

Nel caso delle assicurazioni ai sensi della legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal), il diritto alle prestazioni dura 720 giorni, mentre nel caso delle assicurazioni ai sensi della legge sul contratto d’assicurazione (LCA) tale diritto dura normalmente da 710 a 730 giorni. Complessivamente, la tutela ha una durata di 24 mesi circa (2 anni). Il termine quadro per la riscossione delle prestazioni dura 900 giorni (l’equivalente di 30 mesi, risp. 2,5 anni).

Esempio Indennità giornaliere esaurite: il diritto si estingue

Alfredo è malato per 60 giorni (2 mesi). È assicurato mediante un contratto che gli garantisce indennità giornaliere a partire dal primo giorno di malattia. Riceve quindi 60 indennità giornaliere come reddito sostitutivo, con cui non esaurisce il tempo massimo di 720 giorni (24 mesi). L’assicurazione d’indennità giornaliera continua a essere valida normalmente e lui resta assicurato.

Dopo 100 giorni, Alfredo si ammala di nuovo. Dalla prima volta che si è ammalato sono trascorsi 160 giorni. Il termine quadro di 900 giorni dura ancora 740 giorni. Questa volta Alfredo è ammalato più a lungo, per ben 760 giorni. Dall’inizio della prima malattia, durante il periodo del termine quadro di 900 giorni è quindi stato malato per 800 giorni.

Le prestazioni dell’assicurazione d’indennità giornaliera sono limitate a 720 giorni entro il termine quadro di 900 giorni, dopodiché sono esaurite. Ciò significa che complessivamente Alfredo ha diritto a 720 indennità giornaliere. Deducendo i 60 giorni che gli sono stati pagati durante la prima malattia, durante la seconda riceve ancora solo 660 indennità giornaliere, sebbene sia stato malato per 760 giorni. La copertura assicurativa si estingue.

Esempio Indennità giornaliere non esaurite: l’assicurazione disdice il contratto comunque

Annaberta è malata per 400 giorni e perciò riceve delle indennità giornaliere. Una volta guarita, tre anni dopo si ammala nuovamente per 600 giorni. Anche la seconda volta riceve la totalità delle indennità giornaliere, perché entro il termine quadro di 900 giorni dall’inizio della prima malattia non ha usufruito di altre prestazioni dell’assicurazione d’indennità giornaliera che avrebbero potuto esaurire il contingente di 720 giorni.

Tuttavia Annaberta è sfortunata perché, sebbene le abbia versato le indennità giornaliere entrambe le volte, in seguito l’assicurazione disdice il contratto. Infatti, dopo un caso di sinistro la compagnia di assicurazione è libera di disdire il contratto una volta erogate le prestazioni. Annaberta dovrà cercare una nuova soluzione assicurativa, eventualmente a condizioni peggiori. Tra l’altro, dopo un caso di sinistro il diritto di recesso, ovvero di disdetta, spetterebbe anche ad Annaberta, ma per lei non avrebbe senso farne uso.