Quando è sensato un riscatto nella cassa pensioni?

Colmare le lacune contributive e aumentare la rendita

L’avere di vecchiaia presso la cassa pensioni può essere aumentato attraverso un riscatto. A tal fine la persona assicurata trasferisce volontariamente alla cassa pensioni un importo in denaro che viene aggiunto al capitale di vecchiaia esistente risparmiato fino a quel momento.

Ciò è interessante sotto due punti di vista: da un lato viene aumentata la futura rendita e dall’altro è possibile risparmiare sulle imposte. I riscatti nella cassa pensioni sono infatti deducibili dalle imposte sul reddito. Inoltre, l’avere di vecchiaia risparmiato presso la cassa pensioni non sottostà all’imposta sulla sostanza.

I riscatti sono possibili se negli anni precedenti si sono create lacune previdenziali o nel caso di aumenti salariali, per esempio a seguito dell’aumento del grado di occupazione. Per semplificare, i riscatti sono possibili per aumentare l’avere risparmiato come se dall’inizio dell’attività professionale si fosse sempre guadagnato il salario attuale. L’entità del riscatto è dunque limitato al capitale di vecchiaia massimo che sarebbe stato possibile accumulare dall’inizio dell’attività professionale con il salario attuale (persone impiegate) o il reddito da lavoro attuale (persone indipendenti).

Compensare i redditi irregolari e risparmiare sulle imposte

Soprattutto le professioniste e i professionisti della cultura con redditi da lavoro irregolari possono così non soltanto compensare i redditi più bassi degli anni precedenti, ma anche evitare di dover pagare imposte molto più elevate durante gli anni di reddito superiori alla media. Inoltre, i riscatti possono essere sensati quando i proventi da un progetto pluriennale vengono conseguiti nel corso di un unico anno civile.